Scoperte archeologiche e tecnologia: così l’Italia riscrive il passato

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Introduzione

L’archeologia in Italia sta vivendo una vera rivoluzione: non più solo pala e piccone, ma droni, georadar, intelligenza artificiale, modelli 3D e sensori multispettrali. Questi strumenti all’avanguardia hanno trasformato studi e scavi, rendendoli più rapidi, precisi e integrati con il territorio, la comunità e l’educazione. Dalle necropoli preistoriche fino ai resti romani, è in atto una riscrittura del passato che coinvolge università, soprintendenze, start‑up tech e finanziamenti europei. Questo articolo esplora i principali progetti in corso, i casi studio più stimolanti e le tecnologie che stanno ridefinendo il modo di fare archeologia in Italia.

Nuove scoperte in ambito pre‑romano: Amorosi e Trento

Nel 2024 è emersa ad Amorosi (Campania) una vasta necropoli preromana di 2.800 anni con 88 tombe a fossa e due tumuli, parte di una cultura italica precedente ai Sanniti e ai Romani :contentReference[oaicite:2]{index=2}. :contentReference[oaicite:3]{index=3} :contentReference[oaicite:4]{index=4}. :contentReference[oaicite:5]{index=5}

Tecnologia hi‑tech e archeologia preventiva

A TourismA 2025 a Firenze si sono presentati droni, satelliti, georadar e AI per l’archeologia preventiva: tecnologie in grado di rilevare siti sotterranei prima dell’inizio di cantieri o infrastrutture, tagliando tempi e costi :contentReference[oaicite:6]{index=6}. :contentReference[oaicite:7]{index=7} :contentReference[oaicite:8]{index=8}. :contentReference[oaicite:9]{index=9} :contentReference[oaicite:10]{index=10}.

Intelligenza artificiale per frammenti e polcromìe

In Italia è attivo il progetto RePAIR, che utilizza robot e AI “puzzle solver” capaci di ricomporre frammenti di affreschi, vasi e mosaici — come a Pompei — in modo automatico o semi‑automatico :contentReference[oaicite:11]{index=11}. :contentReference[oaicite:12]{index=12} :contentReference[oaicite:13]{index=13}.

PotteryLens: digitalizzazione poteriometrica

PyPotteryLens è un framework italiano open-source che impiega deep learning per digitalizzare automaticamente disegni e fotografie di ceramiche archeologiche: segmenta, classifica e archivia forme e dimensioni con precisione oltre il 97 %, riducendo i tempi di elaborazione 5–20 volte :contentReference[oaicite:14]{index=14}. :contentReference[oaicite:15]{index=15}

Scavo non‑invasivo e protezione del patrimonio

Le tecniche non invasive come LiDAR, georadar, microdrone, e scelta analitica sulla documentazione hanno permesso di localizzare siti e strutture archeologiche senza abbattere un solo muro :contentReference[oaicite:16]{index=16}. :contentReference[oaicite:17]{index=17} :contentReference[oaicite:18]{index=18}.

Agrigento e Bagno Grande: l’archeologia urbana

Ad Agrigento (Sicilia), nel ginnasio della Valle dei Templi, scavi 2022‑24 hanno rivelato un auditorium e spogliatoio con iscrizioni greche “ΓΥΜΝΑΣΙΟΥ”, mostrando funzioni educative e intellettuali della comunità ellenistica :contentReference[oaicite:19]{index=19}. :contentReference[oaicite:20]{index=20} :contentReference[oaicite:21]{index=21}. Questi esempi illustrano la capacità della tecnologia di intercettare momenti sociali e spirituali della vita antica.

Conclusione

L’Italia mostra oggi un’archeologia 3.0: interdisciplinare, tecnologica, partecipativa. Droni, AI, imaging e digitalizzazione non sostituiscono il senso umano, ma lo amplificano. Ogni necropoli, ninfeo, tempio o scavo entra in un sistema capace di raccontare passato e presente, costruire memoria condivisa e guidare tutela sostenibile. Come ha dichiarato un esperto a Firenze: la professione dell’archeologo non è più marginale nei cantieri, ma strategica. E il passato, grazie alla scienza e alla passione, continua a emergere — rinnovato e più vicino che mai.

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