Origini di Roma: miti fondativi, leggende e realtà storiche a confronto

Introduzione
La fondazione di Roma è avvolta da una nebbia di leggende, miti e ricostruzioni storiche. Se da un lato i racconti di Romolo e Remo e dell’Eneide hanno nutrito l’immaginario collettivo per secoli, dall’altro l’archeologia e la storiografia moderna hanno tentato di separare la narrazione fantastica dalla verità storica. Roma non è solo un luogo geografico, ma anche un simbolo culturale che ha modellato il pensiero occidentale per più di due millenni. Questo blog approfondisce le radici della città eterna, confrontando i miti fondativi con le evidenze storiche e archeologiche, per tracciare una panoramica completa e consapevole delle sue origini.
Il mito di Romolo e Remo: la narrazione ufficiale delle origini
Secondo la leggenda tramandata da Tito Livio e Plutarco, Roma fu fondata da Romolo il 21 aprile del 753 a.C. La narrazione inizia con l’eroe troiano Enea, fuggito dalla distruzione di Troia, che giunge nel Lazio e dà origine a una stirpe reale da cui discenderanno i gemelli Romolo e Remo. Abbandonati in una cesta sul Tevere, vengono allattati da una lupa e salvati dal pastore Faustolo. Dopo una serie di conflitti con lo zio usurpatore Amulio, i gemelli decidono di fondare una nuova città. Ma la discordia sulla posizione porta Romolo ad uccidere Remo, assumendo così il ruolo di primo re di Roma. “Il sangue versato all’origine ha segnato l’intera storia romana,” scrive lo storico Andrea Carandini, sottolineando la natura violenta e sacrificale del mito fondativo. Questo racconto, pur non essendo storicamente attendibile, ha avuto un impatto profondo sull’identità romana, tanto da essere celebrato in monumenti, feste e iconografia fino all’età contemporanea.

Enea e la genealogia troiana: il ponte tra Oriente e Occidente
L’Eneide di Virgilio, scritta tra il 29 e il 19 a.C., fornisce una versione alternativa e più “nobile” delle origini romane, legandole direttamente alla civiltà troiana. Enea, figlio di Anchise e della dea Venere, fugge da Troia in fiamme per seguire il destino assegnatogli dagli dèi: fondare una nuova città che avrebbe dominato il mondo. Il poema, voluto da Augusto come strumento di propaganda imperiale, costruisce un’origine gloriosa, destinata a legittimare il potere romano attraverso la divinità e il destino. L’interpretazione virgiliana rappresenta una fusione di mito e politica: l’universalità di Roma come “nuova Troia” e la legittimazione del potere augusteo come continuità sacra. Come scrive Eva Cantarella, “L’Eneide è un mito delle origini costruito a tavolino, ma non per questo privo di efficacia simbolica.” Dal punto di vista storico, però, non esistono prove concrete che colleghino Roma a Troia, rendendo questa genealogia più una creazione letteraria che una realtà documentabile.
Le scoperte archeologiche: una fondazione più antica e complessa
Negli ultimi decenni, gli scavi archeologici hanno rivoluzionato la nostra comprensione delle origini di Roma. Gli studi condotti sul Palatino, nel Foro e lungo il Tevere hanno dimostrato che insediamenti umani erano presenti già nel X secolo a.C., molto prima della data mitica del 753 a.C. Gli archeologi hanno trovato tracce di capanne ovali, resti di mura difensive e tombe che indicano una società organizzata e con rapporti commerciali con le civiltà etrusca e greca. “Roma non è nata da un atto fondativo, ma da un processo di aggregazione graduale,” sostiene l’archeologo Andrea Carandini, che ha diretto numerosi scavi sul colle Palatino. La presenza di un centro urbano primitivo, di tipo villanoviano, suggerisce che Roma sia il risultato dell’unione di più villaggi latini situati sui colli. Questa prospettiva smentisce la fondazione unitaria e improvvisa descritta dalla tradizione mitica, in favore di una visione più sfumata e realistica.
Il ruolo degli Etruschi e le influenze culturali esterne
Un elemento spesso sottovalutato nei racconti mitici è il ruolo determinante degli Etruschi nella formazione della Roma arcaica. Dalla seconda metà del VII secolo a.C., Roma fu profondamente influenzata dalla cultura etrusca, come testimoniano le tecniche edilizie, la religione e i riti funebri. Alcuni re romani – come Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo – erano di origine etrusca, e ciò indica una dominazione o una forte commistione politica. “Roma è una città latina con un’anima etrusca,” ha scritto lo storico Massimo Pallottino. L’arco trionfale, il sistema fognario (Cloaca Maxima), il culto degli antenati e perfino la simbologia del potere (come il fascio littorio) provengono direttamente dalla cultura etrusca. Questi elementi dimostrano che la Roma delle origini fu un crocevia di culture e popoli, più che un’entità isolata e autonoma. La città sorse, dunque, come punto d’incontro tra mondo latino, etrusco e greco, e fu proprio questa pluralità a garantirle la futura espansione.

L’eredità dei miti fondativi nell’identità romana e italiana
Nonostante l’assenza di prove storiche certe, i miti fondativi di Roma hanno avuto un’influenza enorme sull’identità romana prima, e su quella italiana poi. Durante la Repubblica e l’Impero, Romolo fu celebrato come fondatore, e l’Eneide divenne lettura obbligatoria nelle scuole di retorica. L’idea che Roma fosse nata da un atto eroico e predestinato venne ripresa dai papi, dai monarchi e dai regimi moderni per legittimare il proprio potere. Benito Mussolini, ad esempio, fece grande uso del simbolismo della fondazione per rafforzare l’identità fascista, celebrando il Natale di Roma con parate militari e restauri archeologici. “La leggenda fondativa non ha valore solo storico, ma politico e psicologico,” scrive lo storico Emilio Gentile. Anche oggi, l’immaginario collettivo italiano è profondamente legato ai racconti di Romolo, Remo ed Enea, che sopravvivono nei nomi delle strade, nelle scuole e nei monumenti. Questo dimostra come il mito possa diventare parte integrante della memoria storica, anche quando i fatti lo smentiscono.
Conclusione
Le origini di Roma non possono essere raccontate con una sola voce. I miti di Romolo e Remo, l’Eneide, le scoperte archeologiche e l’influenza etrusca ci restituiscono un quadro complesso, fatto di narrazioni sovrapposte e memorie stratificate. Sebbene la fondazione di Roma sia spesso associata a una data precisa e a figure eroiche, la realtà storica è molto più articolata e affascinante. Confrontare mito e storia non significa negare la leggenda, ma comprenderne la funzione: offrire un’identità condivisa, un senso di appartenenza e un’origine simbolica a una civiltà destinata a cambiare il mondo. Come scrive lo storico Mario Torelli: “Roma è nata molte volte, e ogni volta ha saputo reinventarsi.”